Omocisteina, MTHFR e acidi grassi essenziali
L’omocisteina è un indicatore silenzioso ma decisivo per la salute cardiovascolare e cerebrale. Quando i suoi livelli si alzano, interferiscono con il metabolismo degli acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6, rompendo un equilibrio fondamentale per cuore, cervello e longevità. Scopri il legame tra omocisteina, MTHFR e acidi grassi essenziali e come un’analisi di lipidomica può guidare strategie nutrizionali mirate per prevenire infiammazione, stress ossidativo e malattie croniche.
Omocisteina: un indicatore di rischio da non sottovalutare
L’omocisteina è un amminoacido solforato che, se presente in eccesso nel sangue, rappresenta un fattore di rischio per la salute cardiovascolare e neurologica. Un suo aumento favorisce processi infiammatori, danneggia l’endotelio vascolare, favorisce la formazione di trombi e aumenta la probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e neurodegenerazione.
Quello che spesso si ignora è il legame diretto tra omocisteina e metabolismo dei grassi “buoni” del nostro organismo: gli acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6.
Il legame tra omocisteina e acidi grassi essenziali
Un eccesso di omocisteina ostacola l’attività di enzimi chiave, come la delta-6-desaturasi, necessari per la conversione degli acidi grassi a catena corta (ALA e acido linoleico) in derivati attivi come EPA, DHA, DGLA e acido arachidonico (AA).
Di conseguenza, anche se si introducono acidi grassi essenziali tramite alimenti vegetali (noci, semi, alghe, oli vegetali), l’organismo non riesce a ricavarne i metaboliti a lunga catena fondamentali per cuore, cervello e modulazione dell’infiammazione.
Inoltre, bassi livelli di S-adenosilmetionina (SAMe), derivante dal metabolismo dell’omocisteina, compromettono la metilazione di geni come FADS1 e FADS2, riducono la produzione energetica nei mitocondri e alterano la funzionalità delle membrane cellulari. Questo si traduce in problemi di idratazione, stress ossidativo, ridotta detossificazione epatica e peggior controllo dell’umore e della risposta allo stress.
Gene MTHFR e metabolismo dell’omocisteina
Alcune persone presentano varianti genetiche, come MTHFR C677T, che riducono ulteriormente la capacità di metabolizzare l’omocisteina, soprattutto in condizioni di carenza di folati e vitamine del gruppo B.
Chi presenta questo polimorfismo ha un rischio maggiore di malattie cardiovascolari e dovrebbe prestare particolare attenzione a un’integrazione mirata di nutrienti come acido folico attivo, vitamina B6, B12, betaina e zinco.
Il ruolo vitale degli omega-3 e omega-6
Gli acidi grassi essenziali non vengono sintetizzati dal nostro organismo e devono essere introdotti con la dieta o con l’integrazione.
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Omega-3 (EPA e DHA): proteggono cuore, cervello e sistema immunitario, riducono l’infiammazione e favoriscono la produzione di serotonina, migliorando l’umore e la salute neuronale.
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Omega-6 (GLA e DGLA): hanno un ruolo regolatore e antinfiammatorio se bilanciati con gli omega-3. Il GLA è utile per la salute cutanea, i disturbi metabolici e la regolazione del sistema linfatico.
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Acido arachidonico (AA): spesso considerato “cattivo”, in realtà è indispensabile nella fase di risoluzione delle infiammazioni, soprattutto se in equilibrio con EPA, DHA e GLA.
Un disequilibrio tra omocisteina e metabolismo lipidico porta a infiammazione cronica, rigidità delle membrane cellulari, peggioramento della salute neuronale, maggiore rischio cardiovascolare e invecchiamento cellulare accelerato.
Strategie per ridurre l’omocisteina e riequilibrare gli acidi grassi
Le principali azioni da intraprendere sono:
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Ridurre l’omocisteina con betaina, colina, vitamine del gruppo B attive, zinco e magnesio.
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Proteggere il fegato evitando zuccheri raffinati e grassi trans.
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Integrare EPA, DHA e GLA già pronti, derivanti da pesce azzurro, olio di alghe, olio di borragine, enotera e ribes nero.
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Supportare i processi di metilazione con SAMe e nutrienti epigenetici.
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Favorire la detossificazione e il controllo dello stress ossidativo tramite precursori del glutatione, come N-acetilcisteina (NAC) e selenio.
L’importanza del test di lipidomica
Per valutare in modo accurato lo stato di equilibrio degli acidi grassi, il test di lipidomica della membrana eritrocitaria è uno strumento fondamentale.
Questo esame consente di analizzare:
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l’attività degli enzimi elongasi e desaturasi,
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l’efficienza epatica nei processi metabolici,
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lo stato di idratazione e fluidità delle membrane,
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il livello di stress ossidativo,
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il profilo degli acidi grassi a lunga catena (PUFA).
Il test può essere eseguito comodamente a casa con kit forniti dalla Parafarmacia OVF e analizzato dal laboratorio NatrixLab. È particolarmente utile in caso di problematiche cardiovascolari, obesità, insulino-resistenza, infiammazioni croniche, ritenzione idrica e disturbi metabolici.
Conclusione
Mantenere l’omocisteina a livelli fisiologici e garantire il giusto equilibrio tra acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6 significa proteggere il cuore, supportare il cervello, ridurre l’infiammazione e favorire la longevità.
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Dr. Fabrizio Marrone
Farmacista esperto in Nutraceutica ed Epigenetica