Bisogno di aiuto?     Whatsapp: 366 35 95 627    Telefono: 0694325222    E-mail: [email protected]
L'ACIDO ARACHIDONICO PROVOCA INFIAMMAZIONE OPPURE PROMUOVE LA PRODUZIONE

L'ACIDO ARACHIDONICO PROVOCA INFIAMMAZIONE OPPURE PROMUOVE LA PRODUZIONE

È tempo di spostare il paradigma dell'acido arachidonico (AA) da una molecola che genera danno alla nostra salute come viene identificata da esperti del settore nutrizionale.

12/09/2023 14:17:00 | parafarmaciaovf

 
L’acido arachidonico (AA) è un acido grasso essenziale Omega 6, spesso citato come una delle cause di infiammazione, e poiché l’AA si trova principalmente nelle uova e nella carne, questa preoccupazione contribuisce a diffondere la paura della carne rossa.
L'AA è un costituente integrale della membrana cellulare biologica, svolge un ruolo importante nella risposta infiammatoria, conferisce fluidità e flessibilità alle nostre membrane biologiche, così necessarie per la funzione di tutte le cellule, specialmente nel sistema nervoso, nel muscolo scheletrico e nel sistema immunitario.

E’ particolarmente necessario nei periodi di crescita corporea o di riparazione ed è anche una componente importante del latte materno.
L’AA è spesso descritto come la molecola del terrore, semplicemente perché è infiammatorio, ma come al solito definirlo “infiammatorio” semplifica eccessivamente ciò che davvero accade nel corpo.

E’ vero che l’AA ha un ruolo nell’infiammazione se lo ritroviamo in quantità eccessiva, ma questo non è del tutto negativo, anzi può essere positivo perché assicura che il corpo risponda adeguatamente a un eventuale attacco da parte di agenti patogeni. L'acido arachidonico libero e i metaboliti promuovono e modulano le risposte immunitarie di tipo 2, che sono di fondamentale importanza nella resistenza ai parassiti e all'insulto degli allergeni, direttamente attraverso l'azione su eosinofili, basofili, e mastociti e indirettamente legandosi a specifici recettori sulle cellule linfoidi innate.
In pratica aiuta a garantire la risposta infiammatoria, che si interrompe quando non è più necessaria. Il nostro corpo tende a mantenere l’equilibrio in tutti i tessuti. Anche il rapporto omega 3 e omega 6 va mantenuto in un giusto rapporto. L’AA interagisce con altri acidi grassi Omega 3 e Omega 6 in modi complessi e sottili, e uno squilibrio di uno qualsiasi di questi grassi può provocare effetti indesiderati. Ad esempio, basse dosi di EPA (omega 3) tendono ad aumentare i Livelli tissutali di AA, mentre alte dosi diminuiscono i livelli di AA, il che spiega probabilmente perché i benefici della supplementazione di grandi quantita’ di omega 3 da pesce si perdono se viene assunto in dosi elevate.

Quindi non bisogna integrare a prescindere alte dosi di omega 3 perchè possiamo limitare la disponibilità di arachidonico e favorire l’ossidazione. Infatti gli acidi grassi sono molto suscettibili agli insulti da parte dei radicali liberi che portano all’ossidazione dei doppi legami. Quindi quando integriamo acidi grassi omega 3/6/9 bisogna sempre utilizzare antiossidanti liposolubili come OVF Astaxantina e OVF Vitamina E. I quali anticipano l’ossidazione degli acidi grassi e proteggono le nostre membrane biologiche.
I metaboliti di AA vengono considerati da medici e biologi molecole pericolose e infiammatorie derivati ​​dall'ossidazione dell'AA, invece non avviano la produzione di citochine pericolose, ma contribuiscono solo all'infiammazione e, soprattutto, portano alla generazione di mediatori responsabili della risoluzione dell'infiammazione e della guarigione delle ferite. Gli endocannabinoidi sono derivati ​​AA indipendenti dall'ossidazione, di fondamentale importanza per la segnalazione della ricompensa cerebrale, cambi di umore, memoria, concentrazione i processi motivazionali, le emozioni, le risposte allo stress, produzione endogena di triptofano, serotonina, dopamina, neurotrasmettitori del benessere che regolano anche le vie nocicettive del dolore e l'equilibrio energetico.

Studi clinici hanno dimostrato che aggiungere fino a 1200mg di AA al giorno nella dieta – che è una quantità 12 volte più alta rispetto all’apporto attuale negli Stati Uniti – non ha effetti rilevanti sulla produzione di citochine infiammatorie (studi allegati).
E se questo non dovesse bastare, i nostri antenati del Paleolitico (che erano in gran parte liberi da malattia cronica e infiammatoria) consumavano almeno due volte la quantità di AA che l’americano medio consuma oggi.
Infine è importante notare che la carne rossa ha effettivamente una minore concentrazione di AA rispetto ad altre carni, grazie al suo contenuto complessivo di Acidi Grassi Poliinsaturi (PUFA) inferiore.

L'acido arachidonico è ottenuto dal cibo come la carne rossa, salmone, uova, ha dimostrato di favorire e mantenere l’importante equilibrio di Omega 3 e Omega 6. Ma per fortuna noi possiamo produrre AA anche a livello endogeno dalla desaturazione e dall'allungamento della catena dell'acido grasso essenziale ricco nelle piante, l'acido linoleico. Il nostro corpo riesce ad allungare le catene carboniose con la presenza di coenzimi come le Vitamine B, magnesio, zinco oppure per la presenza di olio di lino, olio di borragine con il GLA, e l’olio di canapa.
Dal regno vegetale la produzione inizia con l’acido linoleico che si ritrova in molti alimenti. Di regola, più elevato èil contenuto in grassi dell’alimento, più elevato è il contenuto in acido linoleico. Grazie all’enzima delta-6-desaturasi l’acido grasso viene convertito in GLA acido invece raramente trovato negli alimenti. Infatti la sua fonte più ricca è il latte materno oppure l’olio di borragine.
Poiché il neonato ha bisogno dei sei mesi per attivare la delta -6 -desaturasi, ciò spiega l’importanza dell’allattamento al seno rispetto a quello artificiale. Durante questo periodo infatti la supplementazione fondamentale di GlA deriva solo dall’apporto di latte materno. Il latte vaccino o di soia non ne contengono.
A partire dall’età di trent’anni l’attività della delta -6-desaturasi e coenzimi vitaminici si riducono sempre di più, al punto che l’abilità di produzione di eicosanoidi “buoni“ all’età di 65 anni è solo un terzo rispetto a quella di 25 anni.

Ciò può in parte spiegare come varie malattie cronico-degenerative e neuro-degenerative, sono legate ad uno squilibrio tra acido arachidonico ed eicosanoidi,aumentino con l’età e la senescenza.

La dieta e lo stile di vita influenza negativamente la produzione endogena di delta -6 desaturasi e squilibrio degli eicosanoidi anche chiamati prostaglandine.
1- Eccesso di carboidrati
2- Consumo di acidi grassi trans, oli vegetali idrogenati non estratti a freddo
3- Stress e radicali liberi (il cortisolo fa aumentare i livelli di insulina)
4- Malattie virali
5- Polimorfismi genetici, carenze nutrizionali di coenzimi come Vitamine B, Zinco, magnesio, glutatione, vitamina C

Fabrizio Marrone, farmacista esperto in Nutraceutica