Carnosina: il dipeptide anti-aging
Dall’analisi epigenetica del capello con il test S-Drive emerge spesso una carenza significativa di carnosina, soprattutto in soggetti vegetariani, vegani, pazienti con diabete di tipo 2 o condizioni di sovrappeso e obesità. Una carenza che, secondo i dati rilevati, può compromettere il corretto equilibrio cellulare e accelerare i processi di invecchiamento.
La carnosina è un dipeptide naturale composto da beta-alanina e L-istidina, presente soprattutto nella carne. La sua funzione è straordinariamente ampia: regola l'acidità dei tessuti con un effetto tampone, favorisce l’idratazione cellulare e migliora la funzionalità muscolare, soprattutto sotto sforzo. Non a caso, nei pazienti sportivi o in soggetti esposti a stress ossidativo elevato, il suo reintegro può fare la differenza in termini di performance e recupero.
Il ruolo della carnosina nei processi di invecchiamento
L’invecchiamento cellulare è causato da numerosi fattori, tra cui la glicosilazione delle proteine, l’ossidazione e l'accumulo di prodotti di scarto metabolici. La carnosina contrasta questi fenomeni agendo come molecola “scavenger”, capace di neutralizzare radicali liberi, aldeidi tossiche e metalli pesanti. La sua azione si estende alle cellule nervose e muscolari, le più longeve e le più vulnerabili ai danni da stress ossidativo.
Diversi studi indicano che la carnosina è in grado di ringiovanire le cellule anche in stadi avanzati del ciclo vitale, mantenendo l’omeostasi e l'integrità funzionale dei tessuti. In particolare, è stata osservata un’efficace protezione contro la formazione degli AGEs (Advanced Glycation End-products), molecole responsabili della perdita di elasticità della pelle, delle patologie neurodegenerative e dei danni metabolici da iperglicemia.
Carnosina e controllo della glicemia
Una delle evidenze più promettenti arriva dagli studi sul diabete di tipo 2. Il Dr. Mark Turner, ricercatore presso la Nottingham Trent University, ha dimostrato che la carnosina può proteggere le cellule pancreatiche incaricate del controllo della glicemia. Questo si traduce in una maggiore sensibilità all’insulina e in un rilascio più efficace della stessa, aprendo prospettive interessanti nella prevenzione delle complicanze diabetiche.
Un alleato per il cervello, la pelle e la vista
Nel sistema nervoso centrale, la carnosina funge da neuroprotettore naturale. Regola l’equilibrio rame-zinco e previene la formazione delle placche beta-amiloidi, meccanismo noto nei processi neurodegenerativi, incluso il morbo di Alzheimer. Grazie alla sua azione antiossidante, contribuisce a mantenere la funzionalità neuronale nel tempo.
Sul piano dermatologico e oftalmico, la carnosina contribuisce al mantenimento dell’elasticità della pelle e rallenta la formazione delle rughe, migliorando la guarigione delle ferite e ritardando la progressione della cataratta senile. È considerata una delle molecole chiave nella lotta contro l’invecchiamento cutaneo e la degenerazione oculare.
La sinergia nutraceutica consigliata dal Dr. Marrone
L’esperienza clinica del Dr. Fabrizio Marrone, farmacista esperto in nutraceutica, ha evidenziato l’efficacia della carnosina in associazione ad altri attivi metabolici e antiossidanti nei soggetti con alterazioni glicemiche, obesità o stress ossidativo elevato. In particolare, OVF Prosirt 6, integratore a base di nicotinammide riboside, zinco-carnosina, polifenoli e leucina, è consigliato per sostenere l’attività delle sirtuine e rallentare il declino cellulare.
L’assunzione quotidiana di 2 capsule lontano dai pasti favorisce il mantenimento dell’omeostasi cellulare e la longevità metabolica. La sinergia con acido R-lipoico e berberina, assunti prima dei pasti, rafforza l’effetto antinfiammatorio, insulino-sensibilizzante e anti-glicosilazione.
Fonti e approfondimenti: