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CARNOSINA: L'AMINOACIDO CHE ALLUNGA LA VITA

CARNOSINA: L'AMINOACIDO CHE ALLUNGA LA VITA

Un’ampia gamma di cause sono responsabili dell’invecchiamento dell’organismo e delle cellule. La carnosina ha il potere di rallentare questi processi di invecchiamento proteggendo e rigenerando le proteine e i lipidi. La carnosina è in grado di prolungare la vita delle cellule e dell’organismo. Di solito sono carenti i vegetariani, vegani che non mangiano carne (dal test epigenetico si nota una correlazione importante), oppure persone che soffrono di diabete e insulina resistenza.

06/10/2023 12:45:00 | parafarmaciaovf

Princìpi di base 
Principali cause dell’invecchiamento sono considerate le modifiche e i danni subiti dalle proteine dell’organismo. Le caratteristiche tipiche dell’invecchiamento come la formazione delle rughe, della cataratta e i processi neurodegenerativi riflettono tali modifiche. In questa situazione le proteine modificate si accumulano nell’organismo.
La carnosina è un dipeptide naturale composto da due aminoacidi, la beta-alanina e la L-istidina. È un ingrediente naturale dell’alimentazione presente soprattutto nella carne. La sinergia Zinco -Carnosina viene utilizzata per il controllo dell'acidità dello stomaco e per assimilare meglio gli alimenti. Ma le sue funzioni benefiche sono molteplici.

La carnosina è efficace contro diverse forme di proteine modificate. Ha la capacità di ringiovanire le cellule in uno stadio tardivo del proprio ciclo di vita (aspetto, arco di vita).
Gli scienziati l’hanno definita «multipotente» (antiossidante, antiglicosilante, neutralizzante degli aldeidi e dei metalli). Ciò significa che la carnosina è attiva in molti tessuti e organi in modo diverso. Valori particolarmente elevati di carnosina si trovano nelle cellule muscolari (miociti) e nelle cellule nervose (neuroni), entrambe annoverate tra i gruppi di cellule longeve.

Effetti 
È scientificamente provato che le cellule dell’organismo sono in grado di dividersi solo limitatamente. Dopo ogni divisione cellulare la cellula si avvicina alla morte, che si ottiene dopo un determinato numero di divisioni cellulari. La carnosina induce per così dire un ringiovanimento biologico, quando le cellule si avvicinano alla fine della loro vita ed è in grado di mantenere l’omeo­stasi cellulare (ambiente interno all’organismo), che porta ad un ringiovanimento dell’aspetto delle cellule.
Rientrano nelle principali modifiche delle proteine l’ossidazione e l’interazione con gli zuccheri («glicosilazione») o con gli aldeidi. La glicosilazione ha luogo quando le proteine interagiscono con gli zuccheri. La glicosilazione (aggiunta di zuccheri alle molecole delle proteine) con formazione di legami incrociati delle proteine (cross links) può portare alla costituzione di AGELES (advanced glycosylated end products, vale a dire legami proteine-zucchero irreversibili).

La carnosina impedisce la formazione di proteine con aggiunta di zuccheri. La sua azione non è solo preventiva, ma è in grado anche di inibire la trasformazione delle proteine già glicosilate in AGE. I prodotti AGE esplicano un effetto dannoso inviando segnali cellulari errati e incrementando la formazione di radicali liberi. La carnosina funge quindi da protezione naturale contro i processi di glicosilazione nel cervello.
La carnosina, presente in abbondanza nel cervello, induce un ringiovanimento dei neuroni (cellule nervose) e ne prolunga la durata. Una delle principali cause dei danni causati dall’invecchiamento del cervello è l’ossidazione dei lipidi nella membrana cellulare delle cellule nervose. La carnosina distrugge i sottoprodotti dannosi di questo processo.
La carnosina protegge inoltre il genoma (materiale ereditario) delle cellule, poiché i cromosomi con il DNA (materiale ereditario) possono essere danneggiati dall’azione ossidativa (interruzioni, anomalie) e si agglutinano con l’avanzare dell’età. La carnosina può ridurre questi danni al materiale ereditario delle cellule e mantenere le cellule intatte a lungo proteggendole dall’invecchiamento, ad esempio dalla formazione del cancro.

Un metabolismo anomalo rame-zinco si evidenzia nel morbo di Alzheimer, in caso di ictus e in molte altre malattie con componente neurologica. Il rame e lo zinco sono importanti per la trasmissione delle informazioni nel cervello. La carnosina protegge il cervello dall’azione dannosa di queste sostanze (funzione tampone). Il cervello deve intercettare il rame e lo zinco per poter svolgere le proprie funzioni senza esserne intossicato. Anomalie nel metabolismo rame-zinco possono favorire l’insorgere del morbo di Alzheimer poiché possono contribuire ad un’accelerazione della formazione della placca (eccessivi legami incrociati di beta-amiloide a causa dei prodotti AGE) nel cervello.

La glicosilazione proteica è considerata decisiva e molto importante nell’arteriosclerosi, nella cataratta, nel morbo di Alzheimer e nella perdita di elasticità della cute. La carnosina è un principio attivo naturale anti-glicosilazione, sicuro ed efficace.
La carnosina esplica un’azione generale di ringiovanimento dei tessuti connettivi. Ciò è dimostrato anche in una più rapida guarigione delle ferite nel postoperatorio, in una riduzione della formazione delle rughe e in una migliore conservazione dell’elasticità della cute. Ottima per migliorare la visione.
Nel cristallino ritarda la riduzione della capacità visiva nella cataratta senile. Capsule di carnosina si sono rivelate molto efficaci nella cura della cataratta senile.

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Consigliata la sinergia nel prevenire l'invecchiamento cellulare della stimolazione delle Sirtuine con nicotinammide riboside e polifenoli in sinergia con Zinco- Carnosinae leucina.

Dr Fabrizio Marrone, Farmacista esperto in Nutraceutica