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ACIDO BUTIRRICO: QUALI BENEFICI APPORTA

ACIDO BUTIRRICO: QUALI BENEFICI APPORTA

L’acido butirrico è noto per le sue numerose proprietà, da quelle antinfiammatorie agli effetti benefici sull’intestino. Vediamo nel dettaglio che proprietà possiede.

22/02/2023 15:23:00 | parafarmaciaovf

Iniziamo con il dare una definizione. Il termine acido butirrico ha eziologia latina, e significa letteralmente “acido del burro”. Fu scoperto per la prima volta da Lieben e Rossi nel 1869. Noto anche come acido butanoico, l’acido butirrico è un acido grasso saturo a catena corta che si trova naturalmente nel latte e nei derivati come il burro crudo, il formaggio e altri prodotti caseari. Gli acidi grassi saturi sono acidi grassi che contengono fino a 6 atomi di carbonio, che hanno grandi poteri antinfiammatori e rigeneranti per la mucosa intestinale e sono coinvolti nel metabolismo dei grassi e dei carboidrati.


Viene utilizzato nella produzione di vari esteri, come ad esempio il metilbutirrato, che hanno aromi e sapori gradevoli e trovano ampio utilizzo come additivi in alimenti, profumi, vernici, prodotti farmaceutici e disinfettanti. Può essere impiegato anche per la produzione di materie plastiche, plastificanti, tensioattivi e ausiliari tessili.

Le proprietà dell’acido butirrico
All’acido butirrico, come accennato, sono riconosciute diverse importanti proprietà. Tra queste si annoverano:

proprietà antinfiammatorie: grazie alla capacità di sopprimere l’attività di alcune proteine che scatenano l’infiammazione, ha un ruolo di rilievo nel controllo della risposta immunitaria, regolando l’attività dei linfociti T. Un funzionamento inadeguato delle cellule T può condurre ad attacchi ad organi come il pancreas o la tiroide, con conseguenti gravi malfunzionamenti (ad esempio, l’insorgenza di diabete di tipo 1). La scoperta delle proprietà antinfiammatorie dell’acido butirrico ha avuto un ruolo di spicco specie per le sue potenziali applicazioni nel trattamento di patologie infiammatorie e autoimmuni come il morbo di Crohn o, appunto, il diabete di tipo 1. Studi sugli uomini hanno anche dimostrato che gli acidi grassi a corta catena, tra cui in special modo il butirrato, possono migliorare i sintomi della colite ulcerosa, della celiachia e del morbo di Crohn. Uno studio che ha coinvolto 22 pazienti con colite ulcerosa ha evidenziato che consumando 60 grammi di crusca d’avena ogni giorno per 3 mesi, i sintomi migliorano. Un altro piccolo studio ha scoperto che gli integratori di butirrato portano a miglioramenti clinici e remissionenel 53% dei pazienti con il morbo di Crohn. Per i pazienti con colite ulcerosa e celiachia, un clistere di acidi grassi a corta catena due volte al giorno per 6 settimane aiuta a ridurre i sintomi del 13%.
perdita di peso: numerose ricerche hanno dimostrato gli acidi grassi a catena corta come il butirrato hanno effetti metabolici positivi, contribuendo a migliorare la sensibilità all’insulina e l’equilibrio energetico. L’acido butirrico sembrerebbe tenere sotto controllo il peso corporeo tramite la stimolazione di particolari ormoni dell’intestino, e aumentando la sintesi di leptina (importante nella regolazione dell’appetito). In particolare, la leptina, è importante per agevolare il senso di sazietà. Uno studio interessante in tal senso è quello del Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, che ha riportato gli effetti della stessa dieta su un campione di persone. I ricercatori hanno notato significative differenze nei risultati di perdita di peso raggiunti dai partecipanti. Dopo sei mesi di dieta infatti, solo il 12% di un campione di 36 soggetti sovrappeso o obesi aveva perso oltre il 5% del suo peso corporeo, che era il requisito richiesto per capire se la dieta era stata efficace o meno. Una buona parte dei soggetti aveva perso solo un paio di chili, alcuni avevano proprio perso peso.
La differenza è stata spiegata dai ricercatori facendo riferimento ai batteri intestinali (diversi, o presenti in diverse concentrazioni). Ciò che è emerso dall’analisi è che i batteri intestinali che favoriscono la perdita di peso sono proprio quelli che producono più acido butirrico e acido succinico a livello dell’intestino.
Digestione e benessere intestinale: l’acido butirrico ha un impatto positivo sulla salute dell’intero intestino. E’ stato dimostrato, infatti, che un supplemento di butirrato migliora i sintomi della colite ulcerosae della malattia di Crohn; sembrerebbe rappresentare una “terapia promettente” anche per la sindrome dell’intestino irritabile. Ha un ruolo lenitivo anche sui sintomi della sindrome della permeabilità intestinale, uno dei disturbi digestivi correlato alle patologie autoimmuni. Per avere un’idea di quanto importante sia il ruolo dell’acido butirrico nell’intestino, basta pensare che esso è anche prodotto dai batteri dell’intestino quando vengono consumati determinati carboidrati e fibre, essendo la fonte di energia preferita dei batteri che vivono nel colon.
Lotta contro l’insorgenza di patologie tumorali: recenti evidenze hanno dimostrato un’efficacia considerevole dell’acido butirrico nella prevenzione del tumore del colon-retto. Si ritiene che, alla base di questo tumore, vi sia un aumento del tasso di proliferazione delle cellule del colon. Tutte le cellule del colon hanno un ciclo di vita predeterminato da un processo chiamato apoptosi e l’equilibrio tra i livelli di proliferazione e apoptosi è fondamentale per mantenersi sani. Il butirrato agisce proprio a questo livello, stimolando la proliferazione delle cellule sane del colon e l’apoptosi nelle cellule tumorali. L’effetto sembrerebbe paradossale: se infatti, da un lato, insieme alla glutammina, l’acido butirrico rappresenta una fonte energetica importantissima per le cellule della mucosa intestinale, promuovendone la replicazione, dall’altro inibisce la proliferazione delle cellule cancerose, con possibile effetto protettivo nei confronti del cancro al colon.
Lotta contro l’insulino-resistenza: in numerosi studi è stato riscontrato che il supplemento con butirrato migliora i livelli di glucosio, la sensibilità all’insulina e persino la funzione mitocondriale.

In considerazione del particolare legame dell’intestino con altri distretti dell’organismo, vi sono altre aree che possono beneficiare degli effetti dell’acido butirrico, come:

sistema immunitario
metabolismo
apparato osteoarticolare
sistema digestivo
apparato connettivo

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FONTI https://ilsalvagente.it/