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Il rapporto omega-6/omega-3: equilibrio essenziale per cuore e infiammazione

Perché il rapporto tra Omega-6 e Omega-3 è così importante? Tra i tanti parametri che oggi aiutano a comprendere il rischio individuale di infiammazione cronica e di malattie cardiovascolari, il bilanciamento tra Omega-6 e Omega-3 occupa un ruolo sempre più centrale. Si tratta di due famiglie di acidi grassi polinsaturi essenziali: non vengono prodotti dal nostro organismo e devono quindi essere introdotti con l’alimentazione. Tuttavia, la loro azione sul nostro corpo è profondamente diversa.

20/05/2025 14:39:00 | parafarmaciaovf

Gli Omega-6, se assunti in quantità fisiologiche, partecipano a numerosi processi metabolici; ma quando sono presenti in eccesso, diventano promotori di stati infiammatori silenti e persistenti. Gli Omega-3, al contrario, esercitano un’azione antinfiammatoria, proteggono la salute cardiovascolare, migliorano la funzionalità delle membrane cellulari e contribuiscono al benessere del sistema nervoso.

Nell’organismo, ciò che conta non è solo l’assunzione assoluta di questi acidi grassi, ma soprattutto il loro rapporto: un parametro che può fare la differenza tra uno stato di equilibrio metabolico e una condizione di rischio silente.

Cosa ci insegna il confronto tra popolazioni?

I dati epidemiologici confermano quanto questo rapporto influenzi direttamente la salute cardiovascolare. Nelle popolazioni occidentali, come Europa e Stati Uniti, l’assunzione di Omega-6 raggiunge il 24%, mentre gli Omega-3 si attestano attorno allo 0,5%. Il risultato è un rapporto fortemente sbilanciato di circa 50:1, correlato a una mortalità cardiovascolare del 40%.

In Giappone, dove la dieta prevede un consumo più elevato di pesce e quindi di Omega-3, il rapporto scende a 12:1 e la mortalità cardiovascolare si abbassa drasticamente al 12%. Ancora più significativo è il caso della popolazione eschimese della Groenlandia, in cui la dieta tradizionale, ricca di pesce grasso e povera di alimenti industriali, consente di mantenere un rapporto praticamente ideale, pari a 1:1. In questo scenario, la mortalità cardiovascolare si ferma al 7%.

Queste evidenze non lasciano spazio a dubbi: un corretto rapporto Omega-6/Omega-3 è un determinante biologico della longevità cardiovascolare.

Le conseguenze di uno squilibrio cronico

Uno squilibrio prolungato a favore degli Omega-6 non agisce solo a livello cardiocircolatorio, ma può influenzare profondamente numerosi altri sistemi. L’attivazione di vie infiammatorie come NF-κB, la produzione aumentata di eicosanoidi pro-infiammatori e il peggioramento del bilancio ossidativo cellulare sono tutti effetti documentati da studi clinici e preclinici.

Ne derivano implicazioni importanti anche sul piano neurologico, metabolico e immunitario. Condizioni come ipertensione, aterosclerosi precoce, insulino-resistenza, patologie autoimmuni, neurodegenerazione e disturbi dell’umore sono solo alcune delle manifestazioni legate a un profilo infiammatorio cronicamente alterato.

Come ristabilire l’equilibrio

Correggere il rapporto Omega-6/Omega-3 è possibile, e si parte da un’attenta valutazione delle proprie abitudini alimentari. L’eccesso di Omega-6 è spesso dovuto a un consumo elevato di oli vegetali raffinati (come girasole, mais e soia), largamente presenti nei prodotti industriali, nei condimenti confezionati e nei cibi da fast food.

Al contrario, l’assunzione di Omega-3 è generalmente troppo bassa, soprattutto in chi consuma poco pesce o segue una dieta ricca di carboidrati raffinati e povera di alimenti funzionali. Integrare con fonti naturali di Omega-3 come pesce azzurro, salmone selvaggio, semi di lino e noci può già rappresentare un primo passo importante. In molti casi, tuttavia, si rende necessario un supporto nutraceutico con integratori mirati a base di EPA e DHA, formulati per garantire un’alta biodisponibilità.

Presso la Parafarmacia OVF del Dr. Marrone, è possibile effettuare test epigenetici avanzati, come l’analisi del capello da bulbo, che permette di valutare il profilo infiammatorio, lo stato ossidativo e lo stato del metabolismo lipidico in modo personalizzato. Questi dati consentono di costruire un piano di integrazione specifico, realmente su misura, per riportare in equilibrio l’intero assetto funzionale.

Il rapporto Omega-6/Omega-3 non è solo un parametro teorico, ma un indice clinicamente rilevante in grado di orientare le scelte nutrizionali e integrative verso una prevenzione concreta e misurabile. Intervenire su questo equilibrio significa agire alla radice dell’infiammazione cronica, proteggere il cuore, migliorare la qualità della vita e prevenire l’invecchiamento biologico precoce.

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